Desideravo aprire questo blog con uno dei rami che compongono il mio albero della gioia.Il mese scorso, per la prima volta, ho proposto quotidianamente la pratica dello yoga agli oltre 250 bambini della missione di Katua, un piccolo villaggio keniota nella periferia di Nairobi dove ho trascorso le mie ferie.
Lo yoga, millenaria disciplina orientale, ha costituito un’opportunità per fare qualcosa di nuovo, utile e divertente…
In Kenya le ore di educazione fisica (cosiddette P.E.) consistono nel far correre ripetutamente gli studenti nel cortile della scuola mentre le maestre si riposano all’ombra, nella speranza, forse, che gli alunni diventino grandi fondisti come i loro connazionali. In accordo con le suore Collegine della missione abbiamo così trasformato il “running time” in una lezione di yoga.
Tutti posizionati in cerchio, incuriositi e desiderosi di apprendere, accompagnati dalle maestre hanno ascoltato con attenzione le mie istruzioni e praticato per lo piu’ posizioni dinamiche scelte per sviluppare l'equilibrio corporeo, generare un movimento creativo e per scaricare le tensioni accumulate durante l'intensa giornata.
Con un lavoro su corpo, respiro e mente improntato sul gioco e sulla scoperta di cose affascinanti (anche del Paese in cui mi trovavo) i bambini hanno imparato a conoscersi meglio e a rapportarsi con i loro coetanei, con i propri genitori e con gli insegnati in un modo meno conflittuale e più rilassato.
Prima di ripartire è stato buffo osservare alcuni piccoli studenti che riproponevano ai compagni gli esercizi praticati assieme. E’ stato un modo interessante di vedermi “riflessa” e di ascoltare il mio inglese.
Assieme abbiamo piantato in terra d’Africa semi di gioia e credo che i bambini abbiano compreso che il corpo non è solo uno strumento per muoversi ma anche un interessante mezzo di comunicazione interpersonale, espressione di sé e della propria personalità…. Comunque sia ora a Katua i bimbi sanno che esiste un’antica disciplina chiamata yoga con cui si può giocare con la maestra bianca ;0)
Lo yoga, millenaria disciplina orientale, ha costituito un’opportunità per fare qualcosa di nuovo, utile e divertente…
In Kenya le ore di educazione fisica (cosiddette P.E.) consistono nel far correre ripetutamente gli studenti nel cortile della scuola mentre le maestre si riposano all’ombra, nella speranza, forse, che gli alunni diventino grandi fondisti come i loro connazionali. In accordo con le suore Collegine della missione abbiamo così trasformato il “running time” in una lezione di yoga.
Tutti posizionati in cerchio, incuriositi e desiderosi di apprendere, accompagnati dalle maestre hanno ascoltato con attenzione le mie istruzioni e praticato per lo piu’ posizioni dinamiche scelte per sviluppare l'equilibrio corporeo, generare un movimento creativo e per scaricare le tensioni accumulate durante l'intensa giornata.
Con un lavoro su corpo, respiro e mente improntato sul gioco e sulla scoperta di cose affascinanti (anche del Paese in cui mi trovavo) i bambini hanno imparato a conoscersi meglio e a rapportarsi con i loro coetanei, con i propri genitori e con gli insegnati in un modo meno conflittuale e più rilassato.
Prima di ripartire è stato buffo osservare alcuni piccoli studenti che riproponevano ai compagni gli esercizi praticati assieme. E’ stato un modo interessante di vedermi “riflessa” e di ascoltare il mio inglese.
Assieme abbiamo piantato in terra d’Africa semi di gioia e credo che i bambini abbiano compreso che il corpo non è solo uno strumento per muoversi ma anche un interessante mezzo di comunicazione interpersonale, espressione di sé e della propria personalità…. Comunque sia ora a Katua i bimbi sanno che esiste un’antica disciplina chiamata yoga con cui si può giocare con la maestra bianca ;0)
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