29 gennaio 2010

Il respiro consapevole

Sembra una banalità ma si può ben dire che la qualità della nostra respirazione determina la qualità della nostra vita: fisica, mentale ed emozionale! La respirazione è l’unica funzione autonoma del nostro organismo su cui possiamo intervenire direttamente e attraverso il suo controllo influenzare tutte le altre funzioni. Il respiro è la chiave che ci permette di entrare in contatto con l’essenza del nostro essere ed elevare il grado di consapevolezza psicofisica. Il Pranayama (controllo del respiro/soffio vitale) non deve essere dunque ristretto a pochi studiosi ma applicato alla vita di tutti i giorni poiché permette di fissare, dirigere e ripartire nell’organismo l’ottimale quantità di energia.

Il respiro è infatti il più diretto legame con l’energia vitale, pensiamo solo a come si possa resistere a più giorni senza mangiare e bere ma bastano pochi minuti senza respirare perché l’anima lasci il corpo. (La differenza tra un uomo vivo e uno morto è proprio che uno respira l’altro no! ;0))


Gli Yogasutra di Patanjali, testo yogico del 400 a.c., evidenziano come “esiste sempre un legame tra respiro e stati mentali (I, 34)”.

Anche la ricerca scientifica ha messo in evidenza la relazione fra respirazione e stati alterati di coscienza dimostrando come un respiro profondo induce uno stato di riposo.

E’ importante quindi imparare ad essere consapevoli del nostro respiro!


La respirazione yogica prevede l’uso di ritenzioni, ritmi e contrazioni. Gli yogin indiani utilizzano queste pratiche da millenni e di conseguenza il loro sistema nervoso è orientato sul parasimpatico, vivono pertanto in uno stato di calma e il loro naturale livello di rilassamento è già elevato. La loro conoscenza non si basa infatti sul loro intelletto ma conoscono con le viscere, il cuore, il sangue e sentono, vibrano con il resto dell’universo. Inoltre l’idea degli yogin che alla nascita sia già stabilito il numero di respiri disponibili nella vita di ogni persona è una forte motivazione a rallentare il respiro per allungare la vita!


Le tecniche yoga di respirazione risultano spesso molto faticose per gli occidentali e possono essere acquisite solo con un appropriato addestramento. Le condizioni socio-ambientali in cui viviamo creano infatti una “denutrizione da ossigeno”.

In una respirazione normale si contano dai 14 ai 18 respiri per minuto con una media di 1000 respiri all’ora: con un respiro superficiale e leggero di inspirano circa 320 cm cubi di aria mentre con un respiro profondo si possono inspirare fino a 3700 cm cubi di aria. La capienza totale dei polmoni si aggira intorno ai 4700 cm cubi, ciò significa che vi è sempre un residuo di anidride carbonica che ha la funzione di stimolare il centro respiratorio situato nel nostro cervello.


La gerontologia, lo studio dell’età avanzata, ha messo in luce che il processo di invecchiamento fisico è determinato da un sempre minor apporto di ossigeno a livello cerebrale. Questo rapporto ha generato nell’uomo in cerca dell’immortalità un vivo interesse per i benefici apportati da tecniche di respirazione controllata.

Lo yoga fortunatamente può insegnarci a riconquistare le nostre capacità respiratorie naturali senza supporti meccanici!


Molti grandi Maestri ci insegnano ad essere consapevoli del nostro respiro. Esso è in rapporto a tutti i mutevoli stati della coscienza: si noti che quando siamo tesi o irritati tendiamo a trattenerlo. Se appena ci si accorge di essere in tensione, si impara a fare un respiro profondo si inducono sensibili modificazioni del comportamento e dell’umore.


Padroneggiare il respiro significa quindi padroneggiare la propria vita…non dimentichiamolo e cerchiamo di sfruttare al meglio quel prezioso strumento che è dentro di noi!


“La medicina è in te e non la usi,

la malattia viene da te stesso e non te ne accorgi” (Hazrat Alì)


Spunti tratti da “Yoga, il respiro della vita” di A. Bernardi e “Il respiro dell’anima” di F. F. Gallerani

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