Ieri a Genova ho visto il documentario “Pink Gang” commentato dalla protagonista Sampat Pal Devi. E’ stata un’esperienza forte e di ulteriore riflessione su quanto accade quotidianamente a molte donne del Sud del mondo. In India ogni 37 minuti una donna viene stuprata e ogni 90 minuti una donna muore tra le mura domestiche…e dai noi le cose non vanno molto meglio anche se in apparenza abbiamo più diritti...Anche se non posso definire il movimento molto gandhiano per le metodologie adottate ho deciso di scrivere questo post per far conoscere il movimento delle Pink Gang e per unirci anche solo mentalmente alle migliaia e migliaia di donne che al mondo continuano a subir violenze e deprivazioni!
"Un giorno, quando Sampat è ancora piccola e ha i piedi a mollo in una risaia, vede passare un gruppo di bambini. Ordinati e puliti, non sono certo diretti al lavoro nei campi. Vanno a scuola, le dice qualcuno. Sampat non sa bene cosa sia la scuola, ma sa che solo i ricchi ci vanno. Ai poveri, i figli servono nei campi. Sampat è più che povera, appartiene a una delle caste più basse dell’India, è quasi un’intoccabile, e vive in un poverissimo villaggio dell’Uttar Pradesh. Il suo destino sembra segnato. Ma lei è una bambina sveglia e quel giorno decide di andare a scuola con gli altri. Ci andrà molte altre volte, all’inizio restando in disparte, dimostrando un’intelligenza pronta e un innato senso di giustizia.Nulla può però contro le millenarie tradizioni del suo paese. Ha solo dodici anni quando, come è consuetudine, viene data in sposa a un uomo ben più vecchio. Non conosce il marito, non sa nulla del matrimonio, non ha ancora raggiunto la pubertà. Non è che una bambina. Da quel momento la consuetudine vuole che lei sia silenziosa e si sottometta al marito, alla suocera e ai soprusi di chiunque appartenga a una casta più elevata. Perché così si deve fare. Perché quello, le dicono, è il suo destino.
Ma Sampat non sopporta le prevaricazioni, e non accetta di essere considerata inferiore a nessuno. Quando osa reagire all’ennesima angheria, la suocera la caccia di casa, insieme ai due figli che intanto sono nati. Potrebbe essere la fine, e invece è un nuovo inizio. In poco tempo, diventerà la paladina degli oppressi, soprattutto delle donne. Che in migliaia, da tutta l’India, si uniscono a lei per dare il via a una rivoluzione rosa, dal colore del sari che hanno scelto come divisa. Un’onda rosa che fa paura a chi non vuole che le cose cambino".
Il gruppo è riuscito, nonostante le sue membre siano originarie delle caste più basse della società indiana, a denunciare le malversazioni dei politici corrotti. Dalla sua creazione,
“Quando vado a prendere l’acqua, la gente delle caste superiori mi picchiano, mi dicono che non ho il diritto di bere la stessa acqua di loro. Ma quando siamo in banda, ci temono e ci lasciano tranquille.”
“Sei mesi fa, una donna è stata stuprata e siamo andate con lei al commissariato di polizia. All’inizio, i capi hanno rifiutato di prendere la denuncia, ma insieme, siamo riuscite a costringere la polizia ad agire. Abbiamo trascinato l’ufficiale di polizia fuori dal commissariato e l’abbiamo picchiato con i nostri bastoni.”
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