8 gennaio 2012

Vegetariani dalla nascita

Anche se sarà Leone a fare le sue scelte alimentari penso che il latte materno "a richiesta" e alcune "accortezze" siano molto importanti per la sua crescita...non solo fisica!!! ;)


"Il nostro compito è dare ai nostri figli radici e ali. Non solo radici..."



Allego breve articolo del pediatra Luciano Proietti

Il tema che tratterò è l'alimentazione vegetariana del bambino nei primi tre anni di vita.

Perchè i primi tre anni?


  • perchè è il periodo della vita in cui l'uomo dovrebbe essere naturalmente vegetariano;
  • perchè il bimbo è totalmente dipendente dalle impostazioni della famiglia e quindi non può trasgredire;
  • perchè in questo periodo si commettono gravi errori nutrizionali in eccesso ed in difetto, le cui conseguenze possono persistere per tutta la vita.
Quella che vi sottopongo è una delle possibili proposte nutrizionali i cui fondamenti naturali sono i seguenti:
  • allattamento al seno esclusivo fino ai 6-12 mesi e prolungato fino ai 2-3 anni come fonte unica o preminente di proteine di origine animale;
  • introduzione graduale di cibi a partire dai 6-12 mesi utilizzando semi, frutta, foglie e radici;
  • introduzione saltuaria di cibo animale indiretto (uova, formaggio) dai 12-18 mesi (se prosegue l'allattamento al seno) e quotidiana dai 2-3 anni o dal momento della sospensione dell'allattamento materno.
Gli errori che un genitore vegetariano può commettere nei confronti del figlio nei primi tre anni sono:
  • proporre un'alimentazione vegetariana o peggio vegetaliana in assenza di latte materno, con rischi di carenza di Ferro, Zinco, Calcio, Vitamina B12, Vitamina D, con conseguente anemia, rachitismo, disturbi di crescita e danni neurologici fino alla paralisi flaccida: l'allattamento al seno prolungato evita tutti questi rischi se la madre non è vegana;
  • eccedere nella somministrazione di latticini (latte animale, formaggi), per compensare la mancanza di carne;
  • eccedere nell'uso di cereali integrali con conseguente problema di assorbimento e di funzionalità intestinale;
  • imporre, anziché proporre, una pratica alimentare conseguente ad una scelta di tipo filosofico o religioso, senza valutare le necessità fisiologiche del bambino.

Concludo con un invito: l'alimentazione non è e non può essere una scienza esatta, presenta implicazioni sociali, culturali ed antropologiche: non facciamo l'errore i considerarci i detentori della verità. Trattiamo con umiltà e disponibilità chi non la pensa come noi: da tutti possono venire suggerimenti per una vita sana e felice.


1 commento:

  1. interessante!
    e per quando crescono ho giusto trovato questo link..
    http://d.repubblica.it/argomenti/2012/01/11/news/alimentazione_bambini-745590/?rss
    :)

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