Avvio dell’allattamento e dell’attaccamento
Allattare non è soltano un atto di nutrimento fine a se stesso, è anche il modo che la Natura offre alla madre per avviare e sviluppare quella intensa e determinante relazione che avrà con il proprio bambino.
Con l’espulsione della placenta, infatti, gli ormoni della gravidanza lasciano spazio al cosiddetto ormone del maternage (la prolattina) che guarda caso, sta alla base del processo di lattazione. La natura prevede che il bambino nasca attraversando il canale vaginale e risalga, quasi da solo, il ventre materno, per raggiungere ed attaccarsi al capezzolo, ritrovando immediatamente un nuovo nido, un nuovo nutrimento, per il suo corpo ed il suo cuore. L’attaccamento fisico al seno dà quindi il via anche all’attaccamento emotivo che legherà mamma e figlio per sempre.
Non è l’unico modo, sia chiaro. Non è “l’indispensabile” pena la mancanza di relazione. Ma è “IL” modo, che la Natura ha predisposto, affinchè questo legame, che ha inizio per tutte alla nascita, possa quotidianamente riaffermarsi, quasi con la stessa intensità di quel momento.
Le modificazioni corporee ed ormonali che caratterizzano l’allattamento, mantengono infatti la donna in una situazione per certi versi “eccezionale”, diversa, dal suo solito essere donna, e la rendono più sensibile e ricettiva nei confronti del proprio bambino.
La relazione mamma-bambino nei primi 3 mesi
Se il travaglio è una danza che conduce il feto alla nascita, allo stesso modo l’allattamento è una danza che conduce il bambino verso il mondo. Infatti, così come l’allattamento si modifica nel corso dei mesi, allo stesso modo, anche la relazione cambia.
Inizialmente, il poppare, è quasi l’unica attività che un neonato è in grado di sostenere e sembra non esistere nulla al di fuori del seno e delle braccia materne. Durante questa “fase simbiotica” il neonato ha il tempo di adattarsi alla vita al di fuori dell’utero, nonostante la sua marcata immaturità, portando a compimento quello che alcuni studiosi chiamano il cosiddetto “quarto trimestre” (di gestazione).
In questo primo periodo, l’allattamento a richiesta è fondamentale per un buon avvio della lattazione, così come è fondamentale la risposta immediata e adeguata ai bisogni innati e vitali del bambino: bisogni di contatto fisico, contenimento e calore, oltre che nutrimento.
Come cambia l'allattamento con la crescita
Il secondo trimestre di vita segna un evidente cambiamento nello sviluppo fisico, cognitivo ed affettivo del bambino. E così anche nel modo di vivere l’allattamento. La poppata diventa improvvisamente sempre piu breve, distratta, movimentata.
Stando tra le braccia della madre, posizione sicura e privilegiata, il bambino può azzardarsi a rompere quella simbiosi ed affacciarsi al mondo. In questa fase, padre e nonni e fratellini diventano attrazione infinita per il piccolino. Sicuro della presenza materna, che ritrova ad ogni poppata, può permettersi di staccare la bocca dal seno per osservare ed interagire con gli altri. La madre è sempre presente, ma non è più esclusiva.
Questo movimento, questo istinto del bambino ad uscire dalle braccia materne, lo condurrà gradualmente, in modo naturale, verso il cibo solido. Verso un’altra fonte di nutrimento e un diverso modo di relazionarsi con la propria madre e la propria famiglia. Il pasto alla stessa tavola dei genitori lo condurrà fuori dall’abbraccio sicuro della poppata, per farlo approdare simbolicamente al tavolo del mondo.
La paura dell'estraneo e la sicurezza delle braccia materne
Ma quando il mondo è diventato sempre più presente al suo sguardo e al suo cuore, il piccolo, quasi a voler ribadire alla mamma il bisogno della sua presenza, inizia a tornare verso il seno. L’estraneo lo spaventa e ha bisogno di essere rassicurato che il mondo non prenderà il posto della madre, ma che, semplicemente, si affiancherà ad essa.
In questa fase, intorno agli 8 mesi, il bimbo sembra apparentemente tornare alla fusione primaria. La madre, di nuovo, diventa presenza indispensabile e la ricerca consolatoria del seno può presentarsi di nuovo molto alta, specialmente nelle ore notturne (sleep regression).
Se tutta la famiglia saprà riconoscere la delicatezza di questo momento, asseconderà questa regressione, rispondendo con affetto e vicinanza alle nuove richieste, in breve tempo, il bambino si lascerà andare di nuovo ad una intensa e divertente fase esplorativa.
L'allattamento al tempo dei primi passi
L’allattamento, in questo modo, se tutto procede serenamente, probabilmente andrà a diminuire sempre di più. La presenza della madre e della famiglia, la vicinanza non più solo fisica, ma anche fatta di parole, gesti, giochi, e l’istintivo desiderio di allontanarsi momentaneamente dal corpo materno, per camminare, fanno sì che la relazione raggiunga una svolta importante intorno all’anno di vita.
La maturazione fisica e mentale del bambino non è assolutamente ancora completa, e per i due anni successivi attraverserà continui momenti di vicinanza e regressione con altrettanti incredibili balzi di crescita e maturazione.
Se la mamma continuerà ad allattare ancora, anche l’allattamento continuerà a seguire questi andamenti oscillatori ed altalenanti, ma se tutta la famiglia contribuirà nel sostegno alla mamma che allatta e alla relazione con il piccolino, ben presto l’allattamento lascerà il posto ad un altro importante livello di relazione e comunicazione.
Quando una madre allatta, allatta tutta la famiglia
In tutto questo la figura paterna e la famiglia in generale non sono comparse marginali. Ma sono i protagonisti assoluti dell’altro lato della relazione madre/bambino. E cioè, sono le principali figure di riferimento e rifornimento della madre stessa!
Se la madre non riceve, non può dare. Se non viene altrettanto nutrita, accudita, coccolata, non potrà nutrire, accudire, coccolare in modo sereno e costante. La madre, per poter allattare, deve a sua volta essere allattata.
Ed è in questo modo fondamentale, ma molto spesso sottaciuto nella sua importanza, che l’allattamento entra nella vita dell’intera famiglia!
Il padre, nei primi mesi di vita non deve prendere il posto della madre, ma la deve sostenere ed accudire affinchè lei stessa possa trasmettere amore. Solo nei mesi a venire, quando il bimbo stesso chiederà spazio alle braccia materne per protendersi verso quelle del padre, solo allora la relazione diretta padre/nonni/fratelli e bambino potrà diventare ogni giorno sempre più importante e significativa. Questa stessa relazione, se condotta con i tempi e i ritmi giusti, nel pieno rispetto delle istintive tappe evolutive del bambino, saprà trasformare quella relazione esclusiva, fatta di latte e di seno materno, in una relazione completa e ancora più ricca, fatta di stimoli, esperienze, parole e conoscenze, che sapranno andare al di là anche dello stesso latte.
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