"Quando hai il termine?"
"Quando hai la scadenza?"
"Quando nasce?"
Stiamo parlando della famosa data presunta del parto, ovvero quel preciso giorno che segna l'inizio della quarantesima settimana di gravidanza, calcolabile conoscendo con la data dell'ultima mestruazione, o tramite datazione ecografica in caso di cicli irregolari o ultima mestruazione dubbia. Questa data designa, esattamente, l'inizio della quarantesima settimana di gravidanza. Punto. Niente più.
Mi capita spesso di parlare con donne al terzo trimestre di gravidanza – o specie prossime alla data presunta del parto – che non ne possono veramente più di sentirsi interrogate sul quando dovrebbe nascere il loro bambino. Con la costante angoscia di ricevere telefonate, sms, whatsapp, email e piccioni viaggiatori ogni 5 minuti dallo scoccare della "scadenza" in poi, per sapere se il bambino è sano, è nato, che è successo, come mai non nasce (roba che neanche Cenerentola, del resto, era stata così esattamente puntuale). Queste domande inquisitorie, specie se ripetute con insistenza, possono generare ansia nella futura mamma, che già magari non vede l'ora che la gravidanza termini, un po' per poter finalmente abbracciare il proprio figlio, un po' perché il peso della pancia, il sonno disturbato e le caviglie gonfie stanno iniziando a creare non pochi disturbi.Tanto che c'è chi mente spudoratamente ad amici e parenti posticipando di un paio di settimana la data.
Dal momento che quella data non è affatto una data di scadenza stile formaggio, né il fine del countdown di una bomba ad orologeria, possiamo imparare ad utilizzare le giuste parole per definirla: data PRESUNTA del parto (la famosa 'dpp'). Presunta, proprio perché statisticamente solo il 3-4% delle donne partorisce quel preciso giorno. E le altre, allora?
Nonostante pare che talvolta molti ginecologi si divertano a fare prognostici sul quando le proprie pazienti partoriranno – "la testa è bassa", "il collo è modificato", "il bambino è ben incanalato"...tutto cose forse normali, ma interpretate da alcuni medici con non so quali strumenti di lettura, cose che manco Mosca con il suo pendolino –occorre capire una volta per tutte che circa il 70% dei bambini nasce dopo la famosa data presunta del parto. Stupite?
Vi stupirà ancor di più sentire quante donne, durante la loro gravidanza, hanno vissuto con l'ansia del "Signora, lei non arriverà al termine". E, personalmente, mi verrebbe proprio da chiedere: "In che senso, scusi? Nel senso che morirò? Ma soprattutto, dato che il neonato è già 'a termine' – ovvero non più prematuro – dalla 37esima settimana di gravidanza...di quale termine stiamo parlando??" Ai posteri...
E dunque, se si arriva alla dpped il bambino non è nato, che fare?
Niente, se non continuare ad attendere con fiducia. E' normale che accada così, ed è meglio capirlo dall'inizio. Per aiutarci in questo ultimo periodo di attesa, possiamo darci alle cose che creano piacere, evitare lo stress (le scale non servono per indurre il travaglio), mangiare bene, respirare, camminare, coccolarsi e farsi coccolare. Gli ormoni del travaglio sono gli ormoni del piacere...e dunque, ricerchiamo il piacere!
Fonte: un articolo dell'Ostetrica Eleonora Bernardini
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