9 marzo 2010

Inquinamento: a rischio anche le dimensioni del pene e la virilità

Forse bisogna mettere l’accento sulla virilità per renderci conto di come stiamo avvelenando il pianeta e noi stessi…o forse no ;0)
Nel primo caso allego uno studio condotto presso l’Università di Padova.


Pare che l'inquinamento incida negativamente sulla lunghezza dell'organo sessuale maschile e sulla sua virilità. A rivelarlo è stato uno studio condotto presso l'Università di Padova. La ricerca ha messo in relazione le dimensioni del pene di 2000 ragazzi italiani e le ha confrontate con quelle di altrettanti coetanei americani ma risalenti al 1948 (rapporto Kinsey).


Ed è qui che iniziano "le pene del pene": gli americani di 60 anni fa erano mediamente più dotati rispetto a quelli di oggi. La differenza, a detta degli esperti, è allarmante: se ai tempi di Truman e nei primi anni della Repubblica in Italia, in media si sfioravano i 9,7 centimetri “a riposo”, oggi le misure si aggirano attorno ai 8,9 centimetri. In soli 60 anni, quindi, avremmo perso un centimetro.

I problemi iniziano già in fase di gestazione, prima del concepimento. Già in questa fase, infatti, il bambino può subire dei danni all’apparato riproduttivo a causa dell'inquinamento. Come ha spiegato il coordinatore della ricerca, il professor Foresta “diossine, pesticidi, metalli pesanti, additivi di plastiche, vernici e detergenti possono agire in due modi: riducendo l’attività degli ormoni maschili androgeni o mimando l’attività degli estrogeni femminili”. Di conseguenza, il calo degli androgeni provoca la riduzione della misura del pene e dei testicoli, nonché una diminuzione della virilità maschile.

Tratto dal sito www.greenMe.it

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