secondo questa visione, per raggiungere un’ottimale sviluppo fisico, mentale ed emozionale gli esseri umani necessitano delle esperienze alle quali la nostra specie si è adattata nel corso del lungo processo di evoluzione. Queste esperienze includono per un bambino:
- contatto fisico costante con la madre (o con un altro adulto) a partire dalla nascita
- dormire assieme ai genitori, finché egli stesso non lascia il lettone di sua volontà
- allattamento a domanda – ovvero in risposta ai suoi segnali
- essere portato costantemente in braccio o comunque in contatto di qualcuno, generalmente la madre, e poter osservare (o succhiare, o dormire) mentre la persona che lo porta si occupa delle proprie normali attività – finché non comincia ad muoversi di sua iniziativa
- risposta immediata al pianto o altre segnalazioni di disagio da parte di chi si occupa di lui. Ciò avviene senza fastidio, giudicare il suo comportamento o mettere in discussione che egli esprima delle necessità reali; il pianto non è motivo di particolare preoccupazione e il bambino non viene posto al centro dell’attenzione
- percepire (ed accontentare!) l’aspettativa degli adulti in merito alla sua natura sociale e cooperativa e al suo forte istinto di sopravvivenza. Sentirsi incondizionatamente benvenuto e stimato per il proprio valore intrinseco.
Quando un essere umano riceve questo dalla nascita, si sente bene nella sua pelle, contento di se stesso e non dubita del proprio valore; è naturalmente sociale e sa comportarsi nello stesso identico modo verso i suoi simili.
“Quando cresci sentendo sempre dall’autorità primordiale, dai tuoi genitori, che sei benvenuto e apprezzato per quello che sei, questa sicurezza e questa pace ti accompagneranno per tutta la vita. Gli adulti si comportano diversamente soltanto quando soffrono per come sono stati trattati loro stessi da bambini.” Jean Liedloff
Tratto da uno scritto di Clara Scropetta. Per saperne di più www.continuum-concept.org
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