Le mudra aiutano l'uomo a percepire la sua energia interiore, realizzare verità spirituali; raggiungere e conquistare una profonda consapevolezza.
Nella pratica del prânâyâma (controllo del respiro), ci si serve delle posizioni delle mani per avere un maggiore controllo dell'attività mentale. Infatti ad ogni esercizio è assegnata una particolare mudra, che contribuisce a convogliare il prana più intensamente nel nostro corpo.
Nell'Hatha Yoga Pradipika (uno dei tesi base di questa disciplina) le mudra vengono elencate in numero di dieci mentre nella danza sono centinaia e hanno un significato simbolico profondo che gli spettatori leggono come un linguaggio iniziatico.
Una delle mudra più usate durante la pratica yoga è Jnana Mudra o Chin Mudra. Questo gesto simbolico accompagna anche la meditazione poiché ci aiuta a scendere nel nostro profondo. Pollice e indice sono uniti: l'unghia dell'indice sarà a metà del pollice, così da formare un cerchio, simbolo di unità; le altre dita sono invece unite e tese. Il dorso delle mani è appoggiato alla parte superiore delle ginocchia con abbandono. Il pollice rappresenta il sé profondo e l'indice il nostro ego. Quando l'ego scompare e si fonde nel sé, l'essere è realizzato.
La pratica regolare di essa aiuta a stimolare la memoria, la concentrazione ed il processo di apprendimento; gli yogi affermano che parte di questi effetti sia dovuta ad un accresciuto afflusso sanguigno e ad una migliore circolazione cerebrale causata da una pratica prolungata.
Se rimaniamo in silenzio in questa posizione qualche secondo, un senso di calma profonda,ci pervade e ci colma, preparandoci alla meditazione o al prânâyâma. Approfittiamo dunque di queste antiche tecniche indiane per creare un'oasi di riposo che ci libera dallo stress e dall'agitazione, rigenerandoci e ristabilendo una comunione con noi stessi!
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